San Tommaso e il computer-la storia di padre Roberto Busa

San Tommaso e il computer-la storia di padre Roberto Busa

“Il computer può essere usato bene per il bene, può essere usato male per il bene e può essere usato bene anche per il male“.

Così diceva padre Busa in un’intervista fatta quando aveva 80 anni. Nato a Vicenza il 28 novembre 1913, venne ordinato sacerdote il 31 maggio 1940, solo dieci giorni prima dell’ingresso dell’Italia nella Seconda guerra mondiale.

Busa era destinato a diventare un cappellano militare, ma il Provinciale lo scelse per il servizio culturale.
Per tutta la durata della guerra rimase all’Università Gregoriana, dove fu assegnatario di una libera docenza. In questo periodo egli lavorava alla sua tesi di laurea sulla dottrina della “presenza” in San Tommaso d’Aquino.

L’informatica umanistica

Qui egli ebbe l’idea che diede origine alla cosiddetta “informatica umanistica”, si mise in testa, (siamo nel 1949), di redigere l’indicizzazione di tutta l’opera di Tommaso d’Aquino ottenuta mettendo in collegamento i singoli frammenti del pensiero del filosofo allo scopo di confrontarli con altre fonti.
Tanto per dare un’idea della vastità dell’opera omnia di San Tommaso, eccovi un po’ di dati: 1,5 milioni di righe, 9 milioni di parole (contro le appena 100.000 della Divina Commedia).
Aveva già compilato a mano 10.000 schede solo per inventariare la preposizione «in», che egli giudicava portante dal punto di vista filosofico. A fronte di questo lavoro enorme ebbe la sua originale idea, cioè quella di fare uso di un calcolatore per l’analisi di un testo.
Fino ad allora lo sviluppo del computer sembrava indirizzato esclusivamente al calcolo numerico ed erano impensabili applicazioni ad altri campi del sapere.

San Tommaso e il computer-la storia di padre Roberto Busa
Thomas Watson

Il coinvolgimento di IBM

In viaggio negli Stati Uniti, egli chiese udienza a Thomas Watson, fondatore dell’Ibm.
Il vecchio magnate lo ricevette nel suo ufficio di New York. Nell’ascoltare la richiesta del sacerdote italiano, scosse la testa:

«Non è possibile far eseguire alle macchine quello che mi sta chiedendo. Lei pretende d’essere più americano di noi».

Padre Busa allora estrasse dalla tasca un cartellino trovato su una scrivania, recante il motto della multinazionale coniato dal boss «Think», pensa , insieme alla frase …

«Il difficile lo facciamo subito, l’impossibile richiede un po’ più di tempo».

Lo restituì a Watson con un moto di delusione. Il presidente dell’Ibm, punto sul vivo, ribatté:

«E va bene, padre. Ci proveremo. Ma a una condizione: mi prometta che lei non cambierà Ibm, acronimo di International business machines, in International Busa machines».

L’Index Thomisticus

Ha inizio così la monumentale opera che porterà alla creazione di quello che venne poi battezzato come l’“Index Thomisticus” e che farà di padre Busa il pioniere del Digital Humanities (impiego di macchine per studi umanistici).

Tra 1949 e il 1980, alla guida di equipe di ricercatori entusiasti dislocati tra l’Aloisianum di Gallarate (centro dell’operazione), Milano, Pisa, Venezia e Boulder (Colorado), padre Busa esamina puntualmente undici milioni di parole latine e altrettante in 22 altre lingue e 8 alfabeti. Il frutto di questo intenso lavoro, durato più di trent’anni è stata la fotocomposizione computerizzata e la pubblicazione dei 56 volumi dell’Index: 39 volumi di concordanze, 10 di indici con 86 tavole di diverse classificazioni lessicali.

L’informatica al servizio della ricerca lessicale

Nel frattempo, il panorama dell’informatica si sta trasformando: cresce la potenza di elaborazione dei computer, il dialogo uomo-macchina diventa più familiare e si aprono gli insospettati scenari applicativi della multimedialità.

San Tommaso e il computer-la storia di padre Roberto Busa
L’Index Thomisticus su schede perforate


Padre Busa è sempre in prima fila e porta con sé nei nuovi spazi dell’informatica “il suo san Tommaso”: l’Index va su CD Rom e diventa un archivio elettronico da 1,6 Gigabyte sul quale ogni frase dell’opera dell’Aquinate può essere analizzata a livello grafico, morfologico, sintattico e lessicale.

Le opere collegate

Intanto altre imprese si preparano al decollo. Come il Lessico Tomistico Biculturale (LTB), progettato fin dal 1973 e sempre sostenuto dall’as-sociazione CAEL, appositamente costituita “per la computerizzazione delle analisi ermeneutiche e lessicologiche”

Col progetto LTB intendeva tradurre le voci di san Tommaso, quale espressione e sintesi dei primi 40 secoli della cultura mediterranea, nelle voci corrispondenti di varie lingue del nostro tempo.
Un’impresa ardua, ma non impossibile, che si colloca nel più generale filone della cosiddetta traduzione automatica: un obiettivo che ha mobilitato, finora con esiti deludenti, università, grandi imprese e governi e che diventa di stringente attualità con la diffusione capillare di Internet.

Andare all’origine del linguaggio

Non è stato difficile per padre Busa sintonizzarsi su queste frequenze; al punto da raccogliere e rilanciare un’altra e più impegnativa sfida, denominata delle “Lingue Disciplinate” (LD), basata sulla micro-analisi linguistica sperimentata nell’Index e progettata per LTB.
L’idea è di andare alle radici di ogni lingua per realizzarne la fusione in un unico sistema lessicologico di lingue intercambiabili

Il primo ipertesto

Padre brusa muore a Gallarate, il 9 agosto 2011, all’età di 97 anni.
Attivissimo fino all’ultimo e impegnato in diversi progetti, la sua è stata una vita lunga e feconda, gesuita, riconosciuto come il pioniere della linguistica computazionale, ma anche informatico.
Grazie a lui è nato il concetto di ipertesto e ha creato i link che oggi permettono di navigare in internet, anche se poi il concetto è diventato in uso effettivo molto più avanti (come vedremo prossimamente).


«Padre Busa è riuscito a portare a termine il primo tentativo di trascrivere un testo in digitale, e 50 anni fa non era così scontato come oggi»

… raccontò uno dei suoi collaboratori, Marco Passarotti. Un lavoro così poco scontato che «Anche l’IBM non voleva finanziare il progetto» ma poi «hanno pagato per 30 anni il lavoro perché si trattava di un’opera strategica».

Un’opera titanica

Un’opera titanica, a causa della mole di materiale, che nella prima accezione si è concretizzato in 12 milioni di schede perforate raccolte in 90 armadi per un totale di 500 tonnellate.
L’importanza di questo lavoro è stata quella di aver …
«Posto le basi per ciò che noi oggi usiamo tutti i giorni come il correttore automatico su Word, o il T9 sul cellulare».

Questo articolo è tratto dal mio libro sulla storia della tecnologia, dal titolo “Dalla Preistoria al Web”. Se ti va è disponibile l’anteprima gratuita con le prima 100 pagine in formato PDF, Clicca sul pulsante qua sotto per scaricarlo

San Tommaso e il computer-la storia di padre Roberto Busa

Pubblicato da Daniele Bottoni Comotti

Consulente informatico libero professionista, autore di due libri sulla storia della tecnologia, e blogger per diversi siti web di informatica.