Ognuno di noi nasce e prende forma da un centro e sempre da qui si sviluppa nell’ambiente circostante.
Il cerchio è una figura universale e ne troviamo tracce in ogni epoca storica, in particolare nelle tribù native americane, e preistorica nei vari angoli della Terra, probabilmente collegato al sole, dove ogni cultura ne utilizzava la sua forma attribuendogli valori e funzioni diverse.
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Cerchio deriva dal latino “circulus”, diminutivo di circus, che proviene dal greco Kirkos ossia anello. Infatti l’anello, come i braccialetti, in molte culture antiche veniva donato ai guerrieri per proteggerli durante le battaglie. Il circolo, proprio per la sua forma avvolgente si presta a una funzione protettiva.
Perchè trovarsi in cerchio
Il cerchio, quindi è una forma più rispettosa per confrontarsi, dove tutti sono accolti in egual misura e chiamati a partecipare.
Nel cerchio non si portano gli interessi personali ma si aiuta l’interesse collettivo ad emergere andando oltre l’abitudine del “botta e risposta” prestando più attenzione all’ascolto e all’osservazione che al nostro pensare. “Ricorda, prima di parlare presta attenzione al tuo respiro”.
Energeticamente parlando nessuno prevale e nessuno si esclude, ognuno è importante tanto da sentirsi più partecipe e rendere così l’incontro più prezioso. Chi è abituato a gridare si acquieta, e chi è abituato a stare in silenzio si propone venendo così a contatto con quella parte di sé che porta a essere più uniti con gli altri.
Il cerchio, la vita, noi
L’informazione è il mezzo attraverso il quale ogni persona può essere libera di partecipare, dove ognuno ha la responsabilità di informarsi e prepararsi e non arrivare solo per prendere ciò che più gli è comodo e ascoltare solo ciò che gli pare. Queste sono situazioni da evitare perché creano solo confusione, divisione e destabilizzano il gruppo.
«Se esistesse una forma che incoraggiasse il rispetto e l’eguaglianza, la pace e la non violenza, la libertà e la giustizia, la fiducia e l’onestà, la guarigione e il sostegno, la comprensione, l’affetto e l’amore, non sarebbe quello che scegliereste per voi, per la vostra famiglia, per la vostra comunità, per l’intera razza umana? Sì, cari amici, avete indovinato, questa forma esiste, ed è il Cerchio. E la notizia più bella è che potete farlo da voi». Tratto da (Manitonquat (Medicine Story), La via del cerchio. Il dialogo e la democrazia della comunità, la meridiana, Molfetta 2011
Il circle time
Da alcuni anni in alcune scuole viene applicato questo metodo, già collaudato però dalla psicologia umanistica negli anni ’70, ossia un momento di dialogo e condivisione durante il quale gli alunni sono seduti in cerchio insieme a un insegnante che funge da mediatore, proponendo gli argomenti da trattare e moderando gli interventi.
Gli obiettivi principali del cerchio sono l’inclusione e la discussione. Si tratta quindi di uno scambio democratico poiché insegnante ed alunni sono messi sullo stesso piano e si confrontano alla pari, tutto questo senza sentirsi giudicati.
In Danimarca esiste per esempio un’ora di empatia, molto simile a questo metodo, in cui i ragazzi parlano mangiando torte o crostate preparate da loro. ( vedi Klassens Tid). Non è come succede in politica, dove la parola democrazia viene utilizzata spesso e volentieri per interessi di parte, in cui non esiste il confronto fra il politico di turno e il cittadino…
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Si tratta di uno strumento efficace che facilita la comunicazione e la conoscenza reciproca, e che aiuta a parlare dei propri problemi. Bisogna iniziare, per essere in armonia con la Creazione a pensare e agire in modo circolare. Questa è coerenza spirituale o se più vi piace risonanza con la Natura e l’energia dei suoi elementi, visto e considerato che noi siamo un insieme e non parti separate.
Giovanni Alberganti