Il viaggio mondano dell’Anima

Il viaggio mondano dell’Anima

Cos’è l’Anima? Dov’è quest’Anima di cui ogni tanto si fa cenno per poi sparire nella foresta di pensieri e ragioni!

Ebbene, Giorgio Ceredi espone alla Galleria del Ponte di ferro a Omegna (VB) delle forme archetipe ritrovate nella materia attraverso una sua ricerca, in un percorso, unico ed originale per accompagnare il visitatore a scoprire quella parte di sé chiamata Anima.

Infatti, Anima, daimon, eudaimonia è il titolo di questa  mostra animata da forme in legno portanti a immergerci con l’arte nel flusso rigenerante della spiritualità dei padri della filosofia che, identificavano l’essenza della vita nell’Anima, e riflettere sul proprio Daimon, cioè l’energia della vita.

Il viaggio mondano dell'Anima

Il Daimon e la felicità

La vita non è forse animata dall’energia, questa misteriosa forza vitale racchiusa in ogni seme pronto a esplodere in tutte le sue forme e bellezze una volta a contatto con la luce e l’acqua! Nella tradizione greca il Daimon stava ad indicare la nostra parte spirituale, “non l’idea di un essere demoniaco”, ovvero ciò che di divino viveva dentro ognuno di noi, cioè, l’anima collegata alla nostra origine e alla felicità del vivere. Per Aristotele ciò che solo è ricercato in vista di se stesso e non di altro è la felicità, ossia il bene supremo dell’arte del vivere. Egli riconosce la necessità dei beni materiali, dei piaceri… ma individua come elemento determinante della felicità umana l’importanza delle nostre facoltà, per arrivare così a comprendere e realizzare ciò che abbiamo già dentro di noi, il nostro Daimon.

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L’Eudaimonia,la felicità generata dalla fioritura della propria natura” è quanto Giorgio Ceredi ha cercato di rappresentare con questo percorso finalizzato a cogliere l’insieme degli aspetti e non solo la superficie. Non è forse vero che felicità e infelicità sono fenomeni dell’anima, che prova piacere o dispiacere a esistere in base a quanto noi ci rapportiamo ad essa! L’idea di felicità eudaimonica è molto diversa dall’idea che noi abbiamo di felicità, ossia il piacere centrato sull’avere. La felicità eudaimonica richiede un giusto equilibrio tra avere ed essere, ottenuta in un contesto di civile convivenza e attraverso comportamenti etici perchè, la vita sociale e l’amore rientrano per natura nell’uomo. (vedi libro di Giorgio Ceredi “Eudaimonia” Evolvoedizioni)

Socrate amava dire “se vuoi essere felice, cura la tua anima. Noi, oggi come oggi abbiamo identificato il corpo come rappresentante della vita supportato da un pensiero che non prende in considerazione l’insieme ma solo delle parti…interessi e comodità. Per concludere questo percorso artistico riflessivo potremmo affermare che sarebbe complicato “come in realtà lo è” pensare di trovare il senso del vivere sotterrando il Daimon? 

Giovanni Alberganti

Pubblicato da Giovanni Alberganti

Esploratore della mente e dell'anima, autore di libri e blogger.