La Cia rende noti i dossier sugli Ufo con migliaia di avvistamenti

La Cia rende noti i dossier sugli Ufo con migliaia di avvistamenti

C’è un po’di tutto, dai “dischi volanti” degli anni ’60 in Sudamerica fino agli oggetti a forma di “pallone sgonfio” dell’Azerbaijan. Chiunque può scaricare la raccolta di documenti del sito BlackVault

Migliaia di file della Cia che documentano avvistamenti di oggetti volanti non identificati, sono stati rilasciati proprio in questi giorni. Secondo gli 007 americani, conterrebbe tutti i report di avvistamenti UFO nel mondo dagli anni ’50 fino a oltre il Duemila.

Un Dossier corposo

I documenti sono accessibili a tutti attraverso il sito The Black Vault, entrato in possesso dei file.

Occorre solo un po’di pazienza e qualche conoscenza della lingua inglese, per potersi documentare tra sugli avvistamenti di “dischi volanti”.

Ci sono quelli in Sudamerica negli anni ’60 e gli oggetti a forma di “pallone sgonfio” in Azerbaijan e Russia negli anni ’90.

Ma vi sono dati che provengono da Cina, Corea del Sud e persino nell’arcipelago della Scozia.

Sono tantissimi i casi segnalati, molti dei quali non verificati, ma che confermerebbero la “visita periodica” degli extraterrestri.

A Washington sembrano aver preso molto sul serio la questione, visto che a fine dicembre nel decreto “stimulus” è stato inserito anche un capitolo particolare.

Un documento nel quale la commissione Intelligence del Senato ha chiesto a Pentagono e dipartimento della Difesa di stilare un rapporto sugli avvistamenti di Ufo. Il documento andrà redatto entro sei mesi.

I rottami nascosti dal Pentagono: c’è anche la conferma della Dia

Ad oggi, oltre al dossier della CIA, ci sono una serie di altri elementi che stanno venendo a galla. Da più parti e da organi di rilievo arrivano seppur velate confere.

La “Dia” (Defense Intelligence Agency)

La “Dia” (Defense Intelligence Agency), agenzia che “osserva” le forze armate straniere ha affermato di avere in custodia dei “metamateriali” ritenuti di origine “non terrestre”.

Questi materiali, posseduti dal Pentagono sarebbero stati affidati per studuarli alla Bigelow Aerospace del Nevada. Uno dei più noti appaltatori della Difesa degli Stati Uniti,

La risposta dal pentagono, a lungo attesa, è giunta al ricercatore americano Anthony Bragalia. Lo studioso ha dovuto appellarsi al Freedom Of Information Act (la legge sulla Libertà di Informazione).

L’annuncio già nel 2018

Questa ammissione rafforza quanto era già stato annunciato nel dicembre del 2018 a Roma nel corso del convegno annuale del Cun (Centro ufologico nazionale).

Il convegno vide la partecipazione di due personaggi d’eccezione.

Il primo era Luis Elizondo, ex agente e ex dirigente del programma segreto Aatip (Advanced Aerospace Threat Identification Program), della Dia. Il secondo era Tom DeLonge, ex front man della band pop punk americana Blink182, e fondatore della To the stars academy of Art and Science.

I video certificati dalla Difesa

I due personaggi furono i primi a mettere “in scacco” il Pentagono incassando la fiducia del New York Times. In quell’occasione, con uno scoop del dicembre 2017 Difesa americana dovette rilasciare tre video girati da piloti militari americani.

I tre video, nel 2019, vennero certificati definitivamente dal Governo americano.

Gli oggetti ripresi dalle telecamere dei caccia F-18 della Marina sono oggetti volanti non identificati. Ufo, meglio, Uap, Fenomeni aerei non identificati.

Sempre durante la conferenza di Roma DeLonge ed Elizondo, rivelarono che il Pentagono possedeva da anni, i detriti non terrestri. Questi rottami sono costituiti da materiali con caratteristiche non riscontrabili tra quelli conosciuti sulla Terra e non attribuibili a meteoriti.

Alieni, cioè estranei alla conoscenze attuali

Va sempre specificato che quando si utilizza il temine “alieno” ci si riferisce a materiali, velivoli o ad oggetti che si ritengono “estranei” alle nostre conoscenze attuali e non necessariamente provenienti da altri pianeti.

Questo concetto è bene specificarlo, in quanto, in passato fenomeni ritenuti alieni erano in realtà originati da esperienze più che terrestri, ma tenute segrete da questo o quello stato per motivi militari.

La lettera del Centro Ufologico Nazionale

In Italia, è stato il Cun (Centro Ufologico Nazionale) a riportare la lunga lettera-dossier di oltre 150 pagine, nella quale interrogava l’ente americano su detriti, residui, relitti e rottami derivati da incidenti di oggetti volanti non identicati.

Agli archivi sono ben registrati ad esempio l’episodio di Ubatuba in Brasile nel 1957 e a Firenze nel 1954 da cui provengono materiali oggetto di indagini che non ne chiarirono la provenienza.

La caratteristiche che rendono questi materiali ignoti sono relativi al loro comportamento rispetto alla luce e ai campi elettromagnetici.

Provengono dall’Area51?

Prima o poi c’è sempre chi fa questa domanda e la risposta non può che essere “forse”. Antony Bragalia (il ricercartore che per primo ha ricevuto le risposte ufficiali non lo esclude.

Speculazioni meno scontate, invece, sono relative alle ipotesi che questi materiali potrebbero far fare un balzo alle nostre conoscenze tecnlogiche permettedoci di produrre nuove leghe metalliche. Ad esempio Bragalia cita, dopo aver letto la risposta della Dia, il caso dell “Intermetallo Ni-Ti, più noto con il nome di Nitonol, una lega “a memoria di forma” di Nichel e Titanio superesistente e superelastico con cui si realizzano oggetti deformabili e in grado di recuperare la forma originale con mille applicazioni dall’industria alla chirurgia e che viene utilizzata fin dagli anni Settanta.

I metamateriali

Sempre il ricercatore americano, riferendosi al dossier disvelato dalla Dia, cita le fenomenali qualità dei metamateriali riconducibili agli studi sui detriti alieni. “Matamateriali” sono quelli che hanno caratteristiche non identificabili con quelle naturali a noi note.

Ad esempio si indica la capacità di ridurre la luminosità fino alla completa invisibilità anche da parte dei radar (tecnologie applicate negli aerei stealth) oppure la capacità di comprimere i campi elettromagnetici, proprietà dalle infinite applicazioni a cominciare dalla progettazione di processori e componenti per computer.

Bragalia, infine, fa notare i tanti omissis contenuti nei documenti che la Dia gli ha trasmesso, a cominciare da nomi degli scienziati che hanno studiato questi detriti alieni.

Insomma, nel giro di un paio d’anni nel campo dell’ufologia parecchie e notevoli notizie in cerca di conferme le hanno trovate. Un passo avanti che rafforza l’ipotesi che molte risposte siano “aliene o meno” comunque già scritte nei dossier del Pentagono.

Pubblicato da Daniele Bottoni Comotti

Consulente informatico libero professionista, autore di due libri sulla storia della tecnologia, e blogger per diversi siti web di informatica.