La prima programmatrice della storia

La prima programmatrice della storia

Questo articolo è dedicato ad una delle donne che ha contribuito in modo determinante allo sviluppo della tecnologia. Questa donna si chiamava, Ada Lovelace. Nata il 10 dicembre 1815 in Inghilterra, era l’ unica figlia del poeta lord Byron e della matematica Annabella Milbanke.
Dopo la separazione dei genitori, visse con la madre fin dall’età di un anno.
Ada non godeva di ottima salute, a otto anni, iniziò a soffrire di cefalea , che le procurò problemi alla vista.
Nel giugno del 1829, prese il morbillo, che le paralizzò le gambe e la costrinse a rimanere a letto per un anno. Solo nel 1831 fu di nuovo in grado di camminare con l’aiuto delle stampelle.

Si avvicina alla matematica

La madre, terrorizzata dal fatto che ella potesse seguire le orme del padre e dedicarsi alla poesia, la introdusse, fin dall’età di diciassette anni allo studio della matematica e delle scienze.
Una delle sue insegnanti fu Mary Somerville, che aveva scritto diversi testi per l’università di Cambridge. Ella incoraggiò Ada a proseguire negli studi matematici e tentò inoltre di farle apprendere i principi fondamentali della matematica e della tecnologia, ponendoli in una dimensione più vicina alla sfera filosofica e poetica.

Il talento e gli studi

In breve, grazie agli stimoli della brava insegnante, le particolari doti di Ada cominciarono ad emergere, tanto che il matematico e logico Augustus De Morgan, professore all’Università di Londra e che diventò poi suo tutore, la invitò a seguire studi di livello più avanzato di algebra, di logica e di calcolo, cosa decisamente inconsueta per una donna del suo temp.

Il suo tutore, in una lettera alla madre scrisse che sarebbe diventata “un eccellente ed originale matematico”.

Nel 1833, Ada partecipò ad un ricevimento tenuto dalla Somerville, in quest’occasione ebbe modo di incontrare l’allora quarantaduenne Charles Babbage.

L’incontro con Babbage

Nacque da quell’incontro una lunga storia di stima reciproca che spesso determinò delle collaborazioni.
Ada rimase affascinata dall’universalità delle idee di Babbage e, cominciò ad interessarsi al suo lavoro, studiando i metodi di calcolo realizzabili con la macchina differenziale e con la macchina analitica. Babbage a sua volta fu molto colpito dall’intelletto di Ada e delle sue abilità, tanto che la definì

“l’incantatrice dei numeri”.

Nel 1842, Ada tradusse in inglese diversi articoli dell’italiano Luigi Federico Menabrea (futuro primo ministro italiano), con il quale condivideva l’interesse per la macchina di Babbage.

L’articolo del 1843

In un suo articolo del 1843, descrisse tale macchina come uno strumento programmabile e, con incredibile lungimiranza, prefigurò il concetto di intelligenza artificiale, spingendosi ad affermare che la macchina analitica sarebbe stata cruciale per il futuro della scienza.
Nel 1842 Charles Babbage fu invitato da Menabrea per un seminario all’Università di Torino sulla sua macchina analitica e ad Ada venne chiesto di tradurre gli articoli di Menabrea e di integrarli con delle note.

Il primo software della storia

In circa nove mesi, a titolo di esempio, ella spiegò il modo in cui la macchina avrebbe potuto effettuare un determinato calcolo, scrivendo quello che cent’anni dopo, venne unanimemente riconosciuto come il primo software della storia.

Il suo programma, volto a calcolare i numeri di Bernoulli utilizzati per stilare tabelle numeriche, era di gran lunga più complesso di qualunque altro tentativo di Babbage e giustifica pienamente la fama di Ada come prima programmatrice della storia.

Pubblicato da Daniele Bottoni Comotti

Consulente informatico libero professionista, autore di due libri sulla storia della tecnologia, e blogger per diversi siti web di informatica.